SPECIALE – Centoquaranta – La Strage Dimenticata, vince il premio Italia Doc, intervista al regista Manfredi Lucibello
Dopo essere stato presentato lo scorso dicembre in anteprima mondiale alla 54^ edizione del Festival dei Popoli di Firenze nella sezione “Panorama”, il documentario Centoquaranta – La Strage Dimenticata, si è aggiudicato il primo premio nella sezione Italia Doc al 32° Bellaria Film Festival. Il film, firmato dal regista Manfredi Lucibello e prodotto da Pulsemedia, è incentrato sul disastro del traghetto Moby Prince, avvenuto nella tragica notte del 10 aprile 1991: un impatto, quello con la petroliera Agip Abruzzo, che portò via per sempre tra le fiamme centoquaranta anime tra uomini, donne e bambini.
Un grosso lavoro di recupero di materiale cartaceo, fotografico, audio e video (anche inedito e lasciato deperire), che punta a far luce e chiarezza su una vicenda triste e ancora avvolta dal mistero dopo oltre vent’anni tra negligenze, impuniti occultamenti di prove e depistaggi. Per tentare di ricostruire tutte le numerose incongruenze di quella che rimane ad oggi la più grave tragedia che abbia colpito la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra, il film ha visto la partecipazione attiva di Loris Rispoli, presidente Associazione 140, Familiari delle vittime del Moby Prince e Angelo Chessa, presidente Associazione 10 aprile – Familiari delle vittime.
Il regista Manfredi Lucibello ha affermato: “guardando l’archivio audiovisivo e leggendo le carte processuali, ho trovato piccoli pezzi di verità, sparsi nel corso di venti anni di indagini e più della verità, sono le menzogne che emergono”.
Per questo abbiamo deciso di contattarlo direttamente.
Qual’era la menzogna più grande della strage della Moby Prince?
Quella che fa più male, soprattutto ai familiari delle vittime, è aver stabilito in sede processuale che le persone sono morte in giro di mezz’ora, quando in realtà analisi mediche, foto e video dimostrano che la vita a bordo è durata diverse ore. Questo per giustificare i mancati soccorsi.
Una Strage Dimenticata, come recita il titolo. In Italia secondo lei esiste una memoria del lutto? O siamo un Paese che tende a dimenticare?
Purtroppo sì, è una caratteristica che accomuna tutte le stragi, ma un Paese democratico non può dimenticare, soprattutto se non è ancora arrivata la verità.
Quanto la tragica vicenda della Costa Concordia ha in qualche modo reso nuovamente attuale il disastro di quell’aprile 1991? Quanto influiscono in questo i media?
Ho sempre cercato di evitare questo confronto, le storie sono profondamente diverse, ma purtroppo anche nel caso della Costa Concordia si è fatto più gossip che altro, tanto che la maggior parte dei cittadini si ricorda le frasi dette da De Falco e non il numero di vittime.
Intervista di Giacomo Aricò